Dopo il diploma sono tanti gli studenti che scelgono di continuare gli studi presso un’università telematica invece di un ateneo classico. C’è chi pensa che le università online vengano scelte principalmente da chi torna sui libri dopo anni di distanza dal liceo o da chi ha già affrontato un percorso in un ateneo frontale ed è fuori corso, ma in realtà anche chi è un neo-diplomato opta spesso per questa valida alternativa.
Si tratta di una decisione presa non solo negli ultimi due anni a causa della pandemia da Covid-19, ma già da qualche anno, visto che il numero degli immatricolati nelle telematiche sta crescendo dal 2017 senza sosta. Eppure inizialmente c’era una sorta di diffidenza nei confronti dei corsi per via telematica, giudicati più facili rispetto a quelli tradizionali. In realtà le 11 università online riconosciute dal MIUR sono valutate periodicamente dall’ANVUR proprio perché devono rispettare degli standard in quanto hanno lo stesso valore legale degli atenei frontali.
Ma cosa dovrebbero sapere tutti i neo-diplomati che intendono iscriversi ad un’università telematica? UniCusano, UniMarconi, eCampus, Mercatorum, UniNettuno, IUL, Unitelma Sapienza, Unidav, UniFortunato e UniPegaso sono gli atenei che danno le stesse opportunità lavorative post lauream delle università tradizionali, tuttavia ognuna di loro ha delle similitudini, ma anche delle differenze.
Tutte le caratteristiche delle università telematiche
Chi si iscrive in un’università telematica deve sapere che tutto si svolge in modalità e-learning, perciò le lezioni sono disponibili online h24 insieme ai commenti dei docenti e dei tutor. Solo alcuni degli atenei sopra citati possiedono un campus vero e proprio per poter entrare in contatto con gli altri studenti, mentre generalmente avviene tutto in Rete.
Per gli esami di profitto invece è necessario recarsi in una delle succursali sparse in tutta Italia (alcune università hanno più sedi di altre) ed inoltre è possibile prenotarli ogni mese.
Le spese sono basse rispetto alle università frontali: per quanto riguarda la retta vera e propria ci sono diverse agevolazioni e convenzioni, come per esempio proprio per chi si iscrive appena finito il diploma (la cosiddetta promozione Young); inoltre non ci sono i classici costi per mantenersi da fuori sede, quindi costi per mangiare, per dormire o semplicemente per gli spostamenti (questo vale anche per i pendolari).
Senza dimenticare che libri e dispense sono consultabili sul portale di appartenenza dell’università, quindi sono da escludere tutti i soldi spesi per l’acquisto del materiale didattico.
Il costo annuale stimato in un’università tradizionale è di 4 mila euro a cui bisogna aggiungere circa 9600 euro di vitto e alloggio e 2400 euro per spese extra: in poche parole in cinque anni di studi potrebbero volerci dai 60 mila agli 80 mila euro (la cifra potrebbe scendere nel caso in cui ci sia l’ISEE basso e quindi la retta sia minore perché nella fascia più bassa). Ovviamente questi numeri diminuiscono vertiginosamente per quanto riguarda gli atenei per via telematica.
Per approfondire il discorso dei costi della formazione universitaria, con riferimento agli atenei di tipo tradizionale: vedi anche questo contributo. Ovviamente si tratta di una stima di massima, che però consente comunque di farsi un’idea, rapportata alle città più importanti d’Italia.
La modalità e-learning nelle università italiane
Proprio con lo scoppio della pandemia è saltato all’occhio il gap tra le università tradizionali e quelle telematiche: in un periodo così difficile in cui era impossibile uscire di casa avere la possibilità di poter continuare a studiare senza perdere le lezioni anche a distanza è stato fondamentale. Purtroppo non tutti gli atenei frontali erano organizzati in questo senso, così hanno dovuto rimediare in corsa e probabilmente continueranno in modalità blended (sia corsi online, sia in presenza) anche in futuro.
L’e-learning è importante per aiutare la diffusione del sapere, anche se non si tratta del semplice metodo di studio in presenza trasformato in modalità online, ma è un cambiamento radicale. Bisogna infatti avere delle regole con dei parametri ben precisi, con mezzi tecnologici adatti per tutti.
“L’Italia già da tempo ha sposato l’e-learning – ha dichiarato Danilo Iervolino, presidente dell’Università Telematica Pegaso e presidente del consiglio di amministrazione di Multiversity S.p.a nel marzo del 2020, quindi appena dopo lo scoppio della pandemia, come riporta ANSA –
Si contano 11 università telematiche, ma anche le università in presenza hanno accolto positivamente questa metodologia. Il mondo dell’online, però, per essere definito tale ha bisogno di essere sottoposto a metriche certe codificate. È necessario avere strumenti tecnologici adatti a una didattica erogativa e interattiva, c’è bisogno di una metodologia ad hoc, attraverso il supporto di figure specializzate, ben inquadrata in quella del tutor, e poi bisogna avere contenuti certificati e scientificamente validi”.
Sicuramente anche in futuro le università tradizionali continueranno su questa strada, tuttavia gli atenei online hanno molti vantaggi che stanno convincendo sempre più studenti appena usciti dal liceo ad avvicinarsi a questo mondo.