Scuola, Consiglio di Stato: in refettorio anche con il pasto portato da casa

Scuola, Consiglio di Stato: in refettorio anche con il pasto portato da casa 1È il caso di una scuola di Torino dal nome Tommaseo che è rimasta coinvolta in un’istanza cautelare presentata da alcune famiglie che hanno i figli che frequentano il plesso scolastico. A far partire l’istanza cautelare è stata la decisione della scuola Tommaseo di Torino di far mangiare i bambini in classe o di allontanarli da scuola nei casi in cui si portava il pasto, ossia il pranzo da casa. Questa azione è stata ritenuta ingiusta e i giudici amministrativi hanno deciso di accogliere l’istanza.

Ciò vuol dire che la scuola sarà costretta a rivedere le sue decisioni e ad adibire uno spazio nel refettorio per i bambini che pranzano portando il pasto da casa. Dovranno perciò creare un nuovo provvedimento ed un nuovo tipo di organizzazione, sarà necessario riorganizzare gli spazi dediti al pranzo di modo che ogni bambino frequentante il plesso scolastico mangi insieme agli altri senza essere escluso o isolato.

I giudici hanno preso atto che la scuola Tommaseo ha sicuramente riscontrato delle difficoltà organizzative che l’hanno portata a prendere tali decisioni, ma è il momento di cambiare e di dare appunto spazio anche a chi il pasto lo porta da casa. Infatti il Consiglio di Stato ha sancito che L’istituto scolastico Tommaseo deve dare una soluzione organizzativa valida per tutti quei alunni che decidono di aderire al pranzo portato da casa.

Ad assistere le varie famiglie ci hanno pensato gli avvocati Giorgio e Riccardo Vecchione che hanno raccontato anche come questi alunni fossero costretti a consumare i pasti in classe in completa solitudine o erano obbligati ad allontanarsi dal plesso scolastico per il tempo necessario a consumare il pasto. Ora finalmente si è fatta luce e l’istituto dovrà perciò adeguarsi alle direttive del consiglio di Stato.