Grazie a Quota 100 sono tanti gli insegnanti che potranno andare in pensione ma nonostante questo ancora non sono partiti i concorsi per sostituirli. La conseguenza dei concorsi in ritardo sarà che il prossimo anno vedremo ben 250 mila supplenti nelle scuole italiane.
Grazie al decreto Quota 100 saranno ben il 50% degli insegnanti ad andare in pensione con 62 anni di età e 38 anni di contributo da qui a 10 anni. Un numero importante che permette un ricambio generazionale non da poco e che prevede quindi l’assunzione di moltissimi insegnanti ad oggi inoccupati o precari.
La problematica però sorge sull’inesistenza ad oggi di un bando o un concorso che possa permettere l’assunzione dei prossimi insegnanti per andare quindi a colmare quei posti vuoti che si andranno a creare.
E la previsione che oggi ci viene posta davanti è molto allarmante con ben 250 mila supplenti negli istituti italiani per il prossimo anno che si andranno ad aggiungere ai 40 mila precari già esistenti oggi che si occupano delle sostituzioni e supplenze per brevi periodi di tempo.
Due dovevano essere i bandi lanciati entro la fine dello scorso anno e che avrebbe portato all’assunzione di circa 50 mila insegnanti di cui uno ordinario ed uno straordinario ma ad oggi ancora nessuna traccia.
Se da una parte il decreto salva precari sembra funzionare sbloccando le assunzioni e vedendo tanti insegnanti andare in pensione dall’altra invece no. Bandi che non partono e che per organizzazione, svolgimento e assunzione richiedono tra i due e i tre anni.
Cisl richiede un intervento immediato con un piano Marshall e d’urgenza che permetta la realizzazione di un bando immediatamente per riuscire ad assumere il personale necessario per settembre 2020.
Al momento c’è solo tanta confusione e tanta attesa, sono previsti infatti sempre per quest’anno altri tre bandi due riguardanti la scuola primaria, dell’infanzia e secondaria ed uno invece per gli insegnanti di religione. Non ci resta che attendere e aspettare le direttive e la definizione del decreto salva precari.